In bocca al lupo, Maggiore
Per chi ha letto il mio libro di esordio dal titolo “Buon volo, Maggiore” – un augurio che non si deve MAI fare ad un pilota! – ecco ora un nuovo libro che, almeno nel titolo, non ha bisogno di “scongiuri”. Come per il primo, lo scrivere è stato per me una sorta di terapia psicologica per superare il passaggio traumatico dalla cabina di un jet alla scrivania. Evidentemente non ne sono ancora “uscito” ed è solo per questo motivo che ora potrete gustare nuove ed emozionanti avventure con quei simpatici personaggi che utilizzano appellativi sovietici come nome in codice. Ritroverete Stalin, l’autoritario ma anche autorevole Comandante; il riflessivo e meticoloso Lenin, in perenne lotta tra l’incudine (tutti i piloti) e il martello (Stalin); Molotov, il bizzarro “Bombarolo” del Gruppo; Kossighin, il focoso e megalomane capitano del barcone “Incubo” (di nome e di fatto) e tutti gli altri, legati tra loro dalla goliardia e da un forte spirito di corpo, ma anche da una sincera amicizia che si allarga a don Primo – soprannominato don Pepe – il robusto e incontenibile cappellano della base, animato da una fede incrollabile. I dodici nuovi racconti si collocano in un periodo successivo a quelli del primo libro e sono collegati ai mesi dell’anno. Anche queste nuove avventure “le voleremo” a bordo del G 91Y, soprannominato “Yankee”, l’amato aereo con cui ho condiviso 2.000 ore della mia vita.
Una novità che distingue questo testo da “Buon volo, Maggiore” è la presenza femminile che nel primo libro era pressoché assente: se pilotare un caccia presenta “qualche” difficoltà, cimentarsi con il gentil sesso non lo è da meno, anzi, spesso risulta essere ancor più rischioso e problematico. La seconda novità riguarda l’accenno ad una nuova minaccia che gli Stati occidentali avrebbero dovuto contrastare al più presto, oltre a quella classica del Patto di Varsavia: il terrorismo islamico. Il racconto La giovane Contessa è stato iniziato prima dell’11 settembre 2001 e già allora nel mondo medio-orientale vi erano segnali di quello che purtroppo è poi accaduto a Ground Zero a New York e, negli anni a seguire, sta avvenendo anche in Europa.
Ciò che sicuramente non è cambiato nell’ideare queste nuove avventure è la passione per il volo, che mi ha sempre tenuto compagnia, come pure il desiderio di rivivere e trasmettervi “quasi dal vivo” le emozioni che si provano volando su un caccia a reazione. Ritroverete anche lo spirito goliardico e le rivalità, in terra ed in volo, tra i vari reparti dell’Aeronautica Militare di allora.
Ora, siccome sono convinto che le esperienze belle vadano condivise, vi invito a salire con le ali della fantasia sull’agile e veloce Yankee.
Buona lettura.
Flavio Babini
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